2 metodi di allenamento “non-competitivo” per migliorare il tuo tennis

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L’obiettivo principale degli esercizi per il tennis “non-competitivo” e’ di controbilanciare gli svantaggi dell’allenamento per il tennis “competitivo” (quello fatto quando si contano i punti), e di migliorare in quelle aree che non sono affrontate in situazioni competitive.

Puoi approcciare l’allenamento non-competitivo in due modi:

1) Giocare senza contare i punti
2) Giocare puramente per migliorare il feeling e il timing delle proprie giocate.

1) Giocare senza contare i punti

L’obiettivo di questo approccio e’ di spostare l’attenzione del giocatore da “vincere la partita”, a “migliorare l’esecuzione dei colpi e l’utilizzo della tattica”.

Qual è il problema del giocare per “vincere la partita”?

Se il giocatore e’ solamente focalizzato sul “vincere la partita”, sarà più portato a usare tattiche e colpi che già padroneggia, aumentando le proprie chance di vittoria. Non proverà quindi colpi e giocate che lo mettano in difficoltà e che evidenzino le sue debolezze.

Ma questa e’ esattamente lo scopo dell’allenamento – e il giocatore lo sta evitando!

In secondo luogo, essendo focalizzato sulla vittoria, il giocatore non registra

  • i propri movimenti
  • la tecnica che ha usato
  • come sta colpendo la palla
  • quanta precisione usa

e molti altri fattori di gioco.

Il giocatore, infatti, registra solo la fine del punto (o addirittura solo l’ultimo colpo) e se ha vinto o meno la partita. Dopo aver fatto punto, non sara’ capace di ripensare agli errori tecnici, di copertura del campo e cosi via, proprio perche’ questo non era il suo focus.

E se il giocatore non è conscio di qualcosa, non può correggerla.

Quindi il giocatore non deve focalizzarsi a vincere durante gli allenamenti, ma piuttosto a migliorare l’esecuzione dei proprio colpi o su altri esercizi che il suo allenatore – sia esso in carne ed ossa o un corso – gli propone come

  • controllare di colpire la pall al top del rimbalzo
  • muoversi tra i colpi
  • giocare con “open stance”
  • focalizzarsi sulla profondità dei colpi
  • focalizzarsi sull’altezza dei colpi sopra la rete

Esempio

Se il tennista deve prestare attenzione all’altezza dei propri colpi sulla rete, e l’allenatore richiede di far passare la palla almeno un metro oltre la rete durante scambi neutrali, il tennista diventerà conscio di “cosa significa” questo tipo di gioco e cosa deve fare per ottenere questo risultato.

Quindi il tennista baderà a colpire la palla più sotto, ad alzare di più i colpi, ad accelerare di più la racchetta durante lo spin e cosa provocheranno le palle giocate in questo modo sul suo avversario-allenatore.

Ora il tennista sta imparando e assimilando nuova conoscenza!

Invece una situazione competitiva come minimo bloccherà l’accesso alla consapevolezza del tennista per qualsiasi feedback tecnico – il focus è sul vincere il punto a qualsiasi costo e ogni cosa che non rientri in questo obiettivo viene filtrata.

E’ il concetto di “attenzione focalizzata” che, in questo caso, gioca contro il miglioramento della tecnica. Se a questo si aggiunge la pressione psicologica, capisci che una situazione competitiva lavora contro il miglioramento del tuo gioco.

Allenamento non-competitivo: come fare

Il focus primario del tuo training non-competitivo è semplicemente essere focalizzato su cose che devi migiorare e non sul risutato.. Perciò puoi usare qualsiasi esercizio preferisci, ma devi rimuovere il conteggio dei punti e mantenere il focus su uno o due aspetti del gioco che devi migliorare.

Gli esercizi possono essere chiusi, semi-aperti o aperti. Qui di seguito voglio spiegarti i fondamenti tecnici di questo tipo di allenamento, in modo che tu possa usare gli esercizi che preferisci. In un prossimo articolo ti proporrò alcuni esempi pratici di esercizi.

Ci sono molte cose che puoi allenare nelle sessioni non-competitive:

  • migliorare la profondità dei colpi
  • migliorare l’accuratezza dei colpi
  • migliorare la consistenza
  • lavorare sulla resistenzalavorare per correggere il posizionamento e la distanza dalla palla
  • lavorare per correggere il punto di contatto
  • lavorare sulle decisioni tattiche

e diverse altre cose

Esercizio “Attacco e Neutralizzazione”

Come detto sopra, puoi facilmente trasformare i tuoi esercizi di allenamento dove tu e il tuo compagno “tenete i punti” in allenamenti dove vi date dei “compiti” e vi controllate a vicenda.

Un metodo veramente efficace per usare esercizi non-competitivi in modo che il giocatore riesca a mettere insieme tutti i pezzi del puzzle è giocare quelli che io chiamo l’esercizio “Attacco & Neutralizzazione”.

Ecco come funziona “Attacco & Neutralizzazione”:

  • Il giocatore A serve (sia con la mano che con la racchetta) e il suo obiettivo è di attaccare il giocatore B in ogni modo possibile
  • il giocatore B, al contrario, non attacca mai anche quando ha la possibilità, ma ha solo l’obiettivo di neutralizzare il giocarore A giocando la palla per esempio profonda, oppure con rimbalzi alti o bassi, a seconda del gioco del giocatore A

I giocatori possono giocare 5 – 10 palle e poi invertire i ruoli. Per essere efficace, questo esercizio deve essere eseguito almeno 10 minuti e non oltre 30: il risultato sarà che i giocatori iniziano a imparare a migliorare la selezione ed esecuzione dei colpi.

Il punto chiave di questo esercizio è che i giocatori non inseriscono l’emotività e possono analizzare con lucidità le loro tattiche e come hanno giocato l’ultimo punto e di cosa hanno bisogno per migliorare. Nello stesso tempo, c’è un contenuto di “gioco” e di agonismo che rende questo esercizio piacevole ed efficace.

Infatti i giocatori rimangono aggressivi e competitivi usando tutta una serie di colpi: colpi profondi, volee’, lob, palle tagliate, sui piedi, lungolinea eccetera.

Forzare il tennista a giocare come non gli piace

Un altro concetto fondamentale dell’allenamento non-competitivo è che il tennista deve giocare colpi e tattiche che non gli sono congeniali al fine di migliorare la ricchezza del suo gioco.

Se l’allenatore – che sia un’altra persona o te stesso – permette a un tennista di giocare come gli piace, i giocatori dal fondo giocheranno solo dal fondo, quelli di rete, solo a rete.

Invece, forzandosi a giocare un tipo di gioco e restando disciplinato a usarlo fino alla fine, il tennista si renderà conto che ci sono nuovi modi di vincere il punto e questo lo renderà un giocatore più versatile e quindi vincente.

2) Giocare per migliorare Feeling e Timing

Questo tipo di training non è praticamente MAI USATO nei club e nelle accademie di tennis. Ma migliorare timing e feeling sulla palla e la coordinazione del corpo e del sistema mano-occhi è cruciale per migliorare il tuo tennis.

Vedrai ora la potenza che può avere nel migliorare il tuo gioco questo secondo tipo di allenamento non-competitivo.

Cosa significa innnanzitutto?

Signfica questo: per migliorare feeling e timing devi essere conscio del tuo attuale stato: in altre parole, come “senti” il colpo e il tuo corpo prima, durante e dopo il contatto con la palla.

Per essere consapevole di tutte le sensazioni e i pensieri che passano dal tuo cervello al momento del contatto della palla, non ci deve essere NESSUN ALTRO OBIETTIVO in quel momento.

Questo significa non solo allenamento non-competitivo, ma significa anche nessun tipo di esercizio.

Ovvero?

Ovvero l’unico obiettivo è colpire la palla consistentemente sopra la rete, a una altezza predefinita, nel centro della rete (o altra posizione che tu scegli).

La chiave è entrare nel ritmo degli scambi e ottenere un movimento di colpo quanto più possibile costante. Quindi focalizzati internamente e fatti queste domande di consapevolezza:

  1. Quando mi sento a mio agio mentre colpisco la palla? C’è qualche tensione in qualsiasi parte del mio corpo?
  2. Quanto chiaramente vedo la palla prima del rimbalzo, dopo il rimbalzo e proprio prima del contatto?
  3. Ho colpito la palla in maniera pulita e nello “sweet spot” della racchetta? Se non l’ho fatto, dove era la faccia della racchetta quando ho colpito la palla?
  4. Posso colpire la palla con la stessa velocità, ma meno sforzo? (se vedi i professionisti in allenamento, vedi che colpiscono la palla senza sforzo, ma sempre con grandi accelerazioni)
  5. Quale punto di contatto mi dà il miglior trasferimento di energia e velocità del colpo?
  6. Mi sento bilanciato e ben equilibrato durante il colpo o tendo a perdere bilanciamento?

Queste sono le domande chiave. Sono le aree fondamentali dove devi mettere il tuo focus per migliorare la tua tecnica, il tuo timing, la morbidezza del tuo movimento e la tua ottimizzazione dell’energia.

Questo sono io mentre gioco – alcuni anni fa – solo colpendo la palla. Può sembrare noioso visto da fuori perchè nn ci sono punti giocati e uno si potrebbe chiedere qual è l’obiettivo. Ma durante questi scambi sono costantemente concentrato e conscio dei concetti che ho spiegato sopra.

Il concetto è proprio che non ci sono obiettivi esterni (tranne quello di enere la palla in gioco), ma c’è al contrario una intensa focalizzazione interna e 30 minuti un questo stato possono veramente volare. E’ anche un modo eccellente per fare pratica di concentrazione, uno strumento che puoi usare in ogni occasione della vita.

Focalizzati – con le domande che ti ho mostrato sopra – su queste aree del tuo gioco e aumenta la consapevolezza. Questo processo automaticamente migliorerà il tuo tennis, sia nell’immediato, che nel lungo periodo. Provaci e vedrai.

Un esperimento di consapevolezza fisica che puoi fare ora

Puoi fare un rapido esperimento di questi concetti anche mentre stai leggendo questo articolo.

Domandati:

“Posso sedermi in maniera più comfortevole? C’è della tensione nelle mie spalle?”

Nello stesso momento in cui tu permetti alle senzazioni fisiche di come ti senti, di entrare nelal tua consapevolezza, automaticamente ti rilasserai.

La tua mente e il tuo corpo sanno come stare seduti in maniera più comfortevole e rilassata, ma è necessario che tu diventi prima conscio di come stai e cosa senti.

Tornando al tennis, la tua tecnica e coordinazione miglioreranno analogamente nel momento in cui diventerai consapevole delle tensioni e dei movimenti scoordinati del tuo corpo, in quel momento le tensioni si sbloccherano e i movimenti torneranno coordinati e fluidi.

Tuttavia, per fare questo il tuo focus deve essere esclusivamente verso l’interno e cosa senti e cosa succede nel tuo corpo. Non quindi focalizzato esternamente su quello che devi fare o, ancora peggio, sul risultato delle tue azioni in una situazione competitiva.

Conclusioni

Quando combini questi due tipi di allenamento non-competitivo con situazioni di allenamento competitivo – di cui parlerò in un altro articolo – ottieni un sistema di allenamento veramente completo per sviluppare il tuo tennis al massimo livello delle tue potenzialità.

E vincere i tuoi incontri, ovviamente!

Attendo i tuoi commenti, come sempre graditissimi.

23 comments

  1. Ciò di cui si parla in questi consigli al tennista dilettante e professionista è di una importaza tanto grande quanto ovvia. La vera difficoltà sta nell’entrare nella consapevolezza che più riesci a non farti attanagliare dalla tensione di fare il punto per vincere lo scambio, anche se scambio senza computo del punteggio, più riesci a seguire le giuste indicazioni che questo metodo indica con precisione e massima attendibilità. Sono molto d’accordo su ogni particolare consigliato e seguirò con attenzione e interesse il seguito della disquisizione sullo stesso argomento. Ciao, Pietro.

    1. Proprio perche’ la tensione emotiva rende tutto piu’ difficile che e’ importante allenarsi “mentalmente” a fare queste cose, finche’ diventano facili anche quando sei in tensione.

    1. Guarda, anche il metodo 2 quello di concentrarsi sul corpo e sul corpo e’ estremamente efficace. Richiede di imparare a concentrarsi, ma i risultati ci sono.

  2. E’ proprio vero quello che dici perche’ quando si gioca solo pensando al punto alla partita non si gioca mai libero e non si provano i colpi ,e si perde l’attenzioneal coordinamento del corpo a come si colpisce la palla ,hai dato conferma a quello che ho sempre pensato e adesso detto da te che sei un professionista mi fa pensare con piu convinzione a fare questo tipo di allenamento per migliorare il mio tennis ! grazie ciao !

  3. complimenti sono concetti piu’ “di testa” che fisici riuscire ad allenarsiin modo non competitivo credo che sia fondamentale per migliorare il proprio tennis.molte persone credono proprio il contrario e non miglioreranno mai ,in quanto il loro scopo e ‘ vincere con le armi ,quali esse siano, ma sempre le stesse.
    inoltre se fai mille volte lo stesso colpo in allenamento riesci ad assimilarlo sia in fluidita’ che in potenza ,ma sopratutto trovi la sicurezza cosa fondamentale in funzione della partita ,e il colpo sara’ una variante al tuo gioco.
    conosco persone che il “palleggio” lo intendono come solo gioco statico, invece credo che lo stesso sia propedeutico anche a livello di sforzo mentale e fisico e quindi un palleggio allenante con spostamenti anche violenti per abituare il fisico allo sforzo, nel contempo giocare quei colpi che vogliamo perfezionare anche sotto sforzo.. intendo dire, che la partita la vinci sopratutto quando ti alleni e non quando la giochi
    vorrei,se possibile, la tua opinione grazie alessandro pacchi

    1. La mia opinione e’ che sono totalmente daccordo con te. Vincere e’ il risultato dell’allenamento tecnico e psicologico. Questo vale per gli appassionati e per i professionisti. Il tennis e’ uno sport troppo tecnico e non si improvvisa. Tomaz Mencinger ha secondo me la rara capacita’ di spiegare questi concetti in modo chiaro e sempre molto “pratico”.

  4. Veramente ben espressi sia la necessità di concentrarsi su come fare meglio e con minor sforzo sia il modo per farlo — mi sono seduto meglio !

  5. Da Michele Barile Leggendo questo articolo penso a quanta difficoltà incontrano i maestri a “convincere” gli allievi a concentrarsi più sulla qualità del loro bagaglio tecnico-tattico-strategico e mentale che a giocare e vincere a tutti i costi le partite anche se continuano a impattare la palla con movimenti di preparazione, esecuzione e finale sgraziati o incompleti e, appunto, senza alcuna riflessione su come si stanno comportando. Chi ci riesce ottiene l’ innalzamento della qualità media del livello di gioco ed è questo, che nel medio termine e quindi per tutta la vita, produce buoni tennisti. Grazie a Tomaz per tutti questi consigli e suggerimenti. Chi ha la fortuna di avere un muro di allenamento penso che ha l’ opportunità di provare anche da solo tutti questi suggerimenti avendo come partner se stesso!

    1. Ottimo suggerimento quello di applicare questi insegnamenti al gioco da soli contro il muro. Specialmente il metodo 2 puo’ essere ancora piu’ efficace se fatto da soli.

  6. Sono d’accordo con te, anzi questo tipo di allenamento cerco di farlo anche quando gioco una “partita”. Per un buon periodo di tempo cerco di giocare colpi senza finalizzarli decisamente al punto, mi diverto di più.

  7. la sicurezza deriva dalla tranquillita’ interiore. cio’ che secerna il gioco e’ dettato dalla testa. la tranquillita’ e’ figlia degli allenamenti specifici che un buon maestro deve impartire.
    saluti dino il vecchio

    1. Assolutamente vero. E in uno sport tecnico e psicologico come il tennis, solo l’allenamento puo’ portare alla sicurezza e serenita’ nelle mille situazioni di stress che ci sono in campo.

  8. Ai tempi miei prima di giocare una partita di tennis passavano mesi, parlo dei tempi dei famosi “gesti bianchi”. si palleggiava molto per imparare a farlo e l’uso del muro era fondamentale. passare poi a giocare i punti diventava più facile e anche più divertente.
    La didattica e la metodologia nel corso degli anni sono molto cambiate per insegnare un tennis più moderno.
    Mi fa piacere leggere ciò che il sottoscritto predica da tanto tempo e che la parte che riguarda il sentire il proprio corpo, le sensazioni del giocatore, la tensione che sente il giocatore, la consapevolezza e l’importanza di colpire la palla con lo sweet-spot fanno parte di un tennis attuale e non soltanto di allora.
    Ringrazio sentitamente Tomaz Mencinger per aver scritto e suggerito cosi bene
    questi due metodi di allenamento perchè ha saputo coniugare e interpretare il tennis dei miei tempi con il tennis attuale. lotar

    1. Grazie per il bel feedback, si sente l’amore per il tennis e l’esperienza. Tomaz e’ veramente un grande divulgatore e presenteremo altri suoi articoli che crediamo siano veramente da conoscere.

  9. giocare senza punti per me non è ottimale. cmq quando mi alleno insieme ad alcuni compagni del mio livello, facciamo delle modifiche alle regole ma sempre con i punti. Per esempio l’ultima volta abbiamo giocato per una 20ina di minuti solo con la prima di servizio, per costringerci a ridurre la potenza a favore di una migliore precisione. Poi siamo passati al gioco aggressivo stabilendo che contavano solo i vincenti, mentre tutti gli altri non avevano valore e in mezz’ora abbiamo totalizzato solo 5 vincenti. Questo mi è piaciuto in particolare perchè mi ha costretto ad aspettare con pazienza il momento giusto per chiudere, anche se non tutti i tentativi andavano tutti a buon fine. Il metodo proposto in questo articolo invece lo preferisco nei 10-15 minuti inziali, quando si deve entrare nel gioco, sentire i colpi, calibrare tutte le tensioni al punto giusto e farsi trovare pronto per l’inizio del match.
    Ovviamente sono d’accordo con i consigli, ma credo che in una seduta d’allenamento giocare senza punti ma solo con la consapevolezza dell’insight corporeo e mentale sia solo una parte che deve necessariamente essere affiancata dal training preparatorio al match

    1. E’ una ottima soluzione alternativa secondo me. Credo sia nello spirito di quello che spiega Mencinger. Ottimo spunto, grazie.

  10. proverò a fare l’allenamento consigliato. sono anch’io convinto che essere concentrati sul punto distragga dalla consapevolezza dei corretti movimenti. mi sono filmato per correggermi ed ho constatato, ahimè, che c’è una netta differenza di percezione e di velocità del proprio gioco e dei propri movimenti a sfavore della realtà; ciò però mi ha dato la forza di insistere per migliorare ancora, e di molto, anche con questi ultimi tuoi consigli. ti farò sapere
    grazie davvero, Vincenzo

  11. ho trovato molto interessante l’articolo sull’allenamento non competitivo, ma la difficoltà maggiore che provo quando gioco è proprio quella di non pensare al punto.
    faccio lezione per migliorare la potenza del diritto da diverso tempo, ma quando gioco non riesco a mettere in pratica ciò che faccio in allenamento ,per paura di perdere la partita.
    grazie dei continui suggerimenti

  12. Effettivamente è così, ma nei circoli si fa sempre più fatica trovare altri tennisti disposti ad eseguire questi tipi di allenamenti, lo si fa per 5-10 minuti poi LA PARTITA!!!!!.
    Grazie dei consigli sempre puntuali.

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